Opere letterarie

Il viaggio impossibile
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Il viaggio impossibile

Tutto era pronto, la capsula si aprì correttamente ed il computer aveva avviato la procedura di trasferimento. Il professor Robert Taylor entrò nella capsula ed attese la chiusura della porta. Da dentro si sentiva il computer annunciare la procedura di trasferimento. La capsula venne circondata da una luce accecante e Robert si sentì leggero...provava una sensazione di spossatezza e di rigidità che ben presto si tramutò in un forte dolore ! Credette di morire e ben presto si sentì sprofondare…una caduta libera verso l'ignoto. Durò poco, forse secondi e tutto finì. Si sentì di nuovo bene…la luce svanì e la porta si riaprì. L'esperimento era riuscito, e Robert si andò a sincerare che così fosse. L'orologio che aveva con se segnava le 10 e 35 am, mentre quello posto vicino al computer le 19 e 35 pm. Aveva viaggiato nel tempo…era andato nel futuro di 9 ore. Esultò, fu felice. Uscì dalla stanza, fece una passeggiata, tutto era normale, come sempre a parte il fatto che aveva viaggiato nel tempo. Rincasò, mangiò e si coricò. La mattina dopo decise di effettuare l'esperimento numero 2, programmò così il computer con la nuova destinazione temporale, 12 aprile 2001. Questa volta voleva andare indietro nel tempo nel tentativo di salvare sua moglie che scomparve proprio quel giorno a seguito di un incidente stradale. Aveva passato otto anni alla costruzionedella macchina del tempo e spese tutto il suo patrimonio. Aveva un solo desiderio, salvare Diana. Ormai aveva perso i contatti col mondo esterno e si concentrò solo per quello scopo. Robert era un fisico nucleare e da poco aveva intrapreso degli esperimenti legati all'antimateria. Realizzò una capsulache smaterializzava a livello atomico qualunque cosa vi si trovasse dentro per poi ricompattarla in un altro tempo. Tutto questo nel giro di 3 secondi, viaggiando nell'ignoto. Qualsiasi errore poteva essere fatale. Entrò nella capsula ed il computer avviò la procedura. Cominciò ad avvertire la sensazione di caduta libera ma accadde una cosa imprevista…la corrente andò via e la procedura si interruppe. Robert continuò a precipitare senza controllo, per molti secondi fino a quando non battè violentemente contro una parete della capsula e svenne. Quando si risvegliò la porta era chiusa e non riusciva ad aprirla, ma con se per fortuna aveva una chiave di emergenza che utilizzò e si aprì la porta. Qualcosa non funzionò perche appena uscito dalla capsula si ritrovò in una immensa prateria…era sparito tutto la sua stanza, la casa, il computer ! Non sapeva dove si trovava e soprattutto in che tempo fosse !

Tutto intorno era perfetto, l'aria era profumata ed il cielo era di un blu mai visto prima. Si incamminò in quella immensa prateria col tentativo di trovare qualcuno. Più volte si voltò a gurdare la capsula del tempo che mano mano si allontanava ma nel cuore aveva una sensazione di libertà e di serenità. Sembrava quasi che quell'incidente invece di farlo stare male ora gli aveva dato forza…ad un tratto tutto gli sembrava chiaro, perfetto, assolutamente unico. Non molto lontano da dove stava intravide una casina, vicina ad un laghetto con degli animali, ed una donna che si affaccendava a dar loro da mangiare. Non distingueva la sagoma della donna poiché era molto lontana allora decise di avvicinarsi a lei col tentativo di farsi aiutare per capire il luogo, ma soprattutto il tempo in cui si trovava. Mentre camminava gli si avvicinò un uomo anziano vestito di bianco il quale presentandosi gli suggerì di non avvicinarsi a quella donna…Robert chiese il motivo, ma soprattutto cercò di farsi spiegare dove si trovava…l'uomo rispose di chiudersi gli occhi e di riaprirli dopo pochi secondi…così fece e quando li riaprì si ritrovò in macchina con la moglie…allora aveva sognato disse a Diana…ma lei non rispose ed anzi continuò a guidare. Cercò di toccarla ma qualcosa glielo impedì...era come paralizzato e si sentiva spettatore. Diana continuava a percorrere la strada di campagna che li avrebbe portati a visitare la casa di campagna che volevano comperare. Ad un tratto sbandò…scoppiò una gomma…la macchina tocco la cunetta e si ribalto e la macchina a grande velocità urtò contro un'albero. Robert non sentì alcun dolore ma Diana riversava in un lago di sangue…Robert cercò di soccorrerla ma non potè toccarla. Si sentì toccare sulla spalla si voltò e vide di nuovo l'uomo vestito di bianco che gli disse…"Ora sai cosa è acceduto…" se ne andò. Infatti quando la moglie ebbe l'incidente era sola…ma Robert non riusciva a spiegarsi perché ora si trovava con lei in macchina. Gridò, invocò Dio alzando gli occhi al cielo…si accasciò a terra e si addormento. Quando si risvegliò si ritrovò vicino al lago vicino alla casa di campagna che aveva visto precedentemente e sopraggiunse la donna che per sua meraviglia era sua moglia Diana. Si alzò e si abbracciarono piangendo. In quel tenero abbraccio c'era tutta la sua vita e capì finalmente dove si trovava…tutto gli era ormai chiaro. L'incidente nella capsula gli aveva procurato la morte e ora si trovava di nuovo vicino a sua moglie nella casa che avevano tanto sognato. Li aspettava l'eternità !

Il messaggio
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Il messaggio

Questa è la storia di una ragazza di nome Sara che viveva in un pease sperduto tra i boschi della Toscana in una casina con la nonna Adele. La sua abitazione si trovava un po prima dei boschi e la vita scorreva tranquilla. Vivevano dei raccolti del loro orto e di tanto in tanto Sara scendeva in paese per fare acquisti o semplicemente per fare delle passeggiate. Una sera, come sempre dopo aver cenato si sedette nella sua poltrona posta nel porticato di casa e sorseggiò una tazza d'orzo in compagnia della natura e all'orizzonte un sole rosso prossimo al tramonto. Il cielo si stava facendo scuro, il sole ormai era scomparso dietro il bosco e una luce apparve in cielo. All'inizio Sarà pensò si trattasse di una stella, ma notò che si avvicinava moltovelocemente e ben presto apparve più nitida. Non era una stella sembrava un meteorite ma fatto di luce. Si alzò dalla poltrona incuriosita, scese i due gradini e raggiunse il giardino da dove vedeva meglio la luce…non ebbe il tempo di alzare lo sguardo che venne investita in pieno dalla luce, facendola cadere a terra svenuta. Quando si svegliò era gelata, rimase quasi tutta la notte all'umidità ed a malapena si ricordava quello che gli era accaduto. A fatica raggiunse la poltrona e si schirì la mente, ricordandosi di quella luce che l'aveva colpita in modo violento. Entrò in casa si sdraiò sul letto e si addormentò ! La mattina dopo quando si risvegliò la casa era diversa, la stanza non era più la stessa, le pareti erano tutte bianche…una lampada si trovava al centro del soffitto, anch'esso bianco. C'era solo un letto dove era sdraiata, un comodino, una sedia ed una porta con un'oblò. Si alzò di scatto dal letto e si guardò intorno smarrita domandandosi dove si trovava. Era spaesata e subito si diresse alla porta che era aperta. Uscì dalla stanza e si trovò in un corridoio lunghissimo. Scelse una direzione e si incamminò senza una precisa meta. Camminò per un quarto d'ora poi se fermò ed esclamò : "C'è nessuno ? Ehi qualcuno mi sente ?". Ma alle sue domande non seguirono risposte allora si diresse verso una finestra che si trovava a cinque metri da lei. Si affacciò e rimase gelata dal panorama che gli si presentò. Si trovava nello spazio, era circondata da buio siderale e si vedeva in lontananza la terra. Cominciò a sudare a freddo, ma non ebbe il tempo di realizzare che qualcuno la toccò. Si voltò e si trovò davanti un essere stranissimo. Era verde,aveva due occhi grandi, due antenne e quattro braccia. Sara era spaventata e fece un passo indietro ma l'omino, alto circa un metro la rassicurò e gli porse la mano come in segno di amicizia. Sara con molta diffidenza allungò il suo braccio come per dargli la mano. Ora era più serena. Non era cattivo e non voleva farle del male…gli disse soltanto una frase : "Vieni con me, seguimi per favore". Lei lo seguì stupita da quella situazione, realizzando sitrovasse dentro una astronave e che quello era un'alieno. Procedettero per 5 minuti e poi entrarono in una stanza nella quale seduta su una sedia c'era una uno di loro con in testa uno strano cappello, sembrava la corona di un re. La stanza era grande, c'era un enorme tavolini imbandito di cose che potevano essere cibo, bevande e tante sedie. Inoltre vi erano altri alieni che portavano cose e sistemavano la stanza ma tutti seguendo un compito ben preciso. L'alieno gli chiese di seguirlo e la fece fermare davanti all'ipotetico capo ed andò a vicino a riferirgli qualcosa. L'omino salutò Sara dandogli la mano ed il capo si alzò raggiungendola. Arrivato a distanza di 20 cm le disse :"Salve io sono Beta15 comandante di questa piccola spedizione partita dal pianeta Esotos circa 30 periodi fa, circa 60 dei vostri anni. Siamo venuti in pace ! Tu chi sei ?". Sara ora era tranquilla e si presentò. Beta15 cominciò a raccontargli il motivo della loro visita e perché era stata "rapita". Erano partiti dal loro pianeta col tentativo di salvare il pianeta Terra da una fine imminente. Il comandante fece cenno a Sara di sedersi e continuò la spiegazione. La ragazza terrestre era ora incuriosita e non le staccava gli occhi di dosso. Qualcuno sul pianeta terra eveva lanciato un s.o.s. nello spazio nel tentativo raggiungesse qualche altra civiltà e avrebbe potuto aiutare l'umanità. Nel 2009 l'uomo iniziò dalla Cina una guerra nucleare che inevitabilmente distrusse l'intera umanità. Il presidente della civiltà degli Esotesi decise di venire in salvo del pianeta Terra tornando indietro nel tempo, prima dell'inizio della guerra. Sara le chiese perché non avessero fermato la guerra e fossero intervenuti in loro aiuto. Beta15 rispose che non potevano interferire con la storia del pianeta Terra ma decisero di avvertire l'umanita scegliendo una persona per fermare la guerra. Sara le domandò perché prorpio lei e soprattutto come poteva fermare la guerra. Ilcomandante gli rispose che lei, come accadde in passato nel pianeta Terra col diluvio universale, similmente a Noè era l'ultima persona giusta e che Dio l'avrebbe aiutata in questo compito. Ma le disse un'altra cosa : "All'inizio del 2009 riceverai un segno dal cielo, quello sarà il momento di iniziare il tuo compito. Poi avrai altri segni che ti condurranno alla realizzazione della tua opera. Ma ricorda se non ascolterai i segni di Dio e nel cielo vedrai Giove molto vicino ad una Luna rossa, sarà troppo tardi…". Con queste parole Beta15 congedò Sara e la fece riaccompagnare nella sua stanza, per poi rispedirla nel suo pianeta. Sara era emozionata ma allo stesso tempo preoccupata di non riuscire nell'impresa. Ma confidava nelle parole del comandante che gli parlò di Dio e del disegno che voleva intraprendere con lei. Ad un tratto si sentì affrancata e gli vene in mente la storia di Abramo che lasciò una cosa certa per seguire il disegno di Dio che all'inizio gli sembrò impossibile. Sara si svegliò di colpo, si era addormentata sulla poltrona, aveva sognato…un sogno strano. Parlava di una guerra, e si di lei che la doveva fermare…di alieni che l'avevano rapita per riferirgli il messaggio. Sorriseperché era solo un sogno ed anzi si sentì affrancata non appena si destò definitivamente. Si era fatto tardi e decise di rincasare, la nonna già dormiva. Si sdraiò sul letto e ripensò al sogno pensando : "e se fosse vero ? Se avessi fatto un sogno premonitore ? Dovrei aspettare il segno dal cielo…o magari il segno c'è già stato…e la luce che ho visto prima era il segno ? Ma forse ho sognato anche quella…". Detto ciò si addormentò. La vita di Sara e della nonna Adele proseguiva tranquilla, l'estate era tornata, le giornate si stavano allungando…un giorno accadde un cosa mai vista prima…un violento temporale fu seguito da un forte tornado che distrusse quasi il raccolto del loro orto. Non aveva mai visto un tornado e soprattutto in Italia. Si nascosero nello scantinato ma per fortuna il tornado si dissolse senza fare troppi danni, ma si spaventarono…anche i vicini rimasero colpiti da quel fenomeno naturale. Il forte vento aveva scaraventato nell'orto parecchie cose, scarpe, piccoli giocattoli e fogli di quaderno. Ripulì il giardino e gli capitò tra le mani un foglio strappato ma si leggeva parte del testo : "…lascia la casa dove vivi e vai nella terra dei draghi". Pensò si trattasse della pagina di un libro perracconti di bimbi e la buttò. Passarono i mesi e tornò di nuovo l'autunno…una sera quando il sole tramontò apparve in cielo una strana Luna, era di colore rosso e molto vicino c'era un astro molto luminoso. Sara chiese ad un vicino che si occupava di astronomia cosa fosse quell'astro e lui gli rispose : "Quello è Giove…"…

Lo specchio
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Lo specchio

Giulio Guidi un noto uomo d'affari si stava recando come tutte le mattina al posto di lavoro. Lui era il dirigente di un'azienda pubblicitaria di Roma. Uomo pragmatico e dedito solo al lavoro, poco incline al dialogo ed opportunista. Arrivato al piazzale adiacente l'azienda, parcheggiò la macchina e noto che in un angolo della via che costeggiava il piazzale, vicino al chioschetto delle bibite, c'era una piccola bancarella. Si avvicinò incuriosito e notò che la signora, molto anziana, vendeva degli oggetti di antiquariato. Tra tuti gli oggetti notò uno specchietto, uno di quelli utilizzati dalle donne per truccarsi, però molto decorato ed anticato. Chiese il prezzo alla signora la quale oltre a darle le indicazioni economiche, gli disse che era uno specchietto molto antico e magico. Giulio era un uomo molto pratico e sorrise quando gli parlò di magia e come nelle sue abitudini, cercò di far abbassare il prezzo alla signora, la quale gli fece notare che per quello che valeva, il prezzo era già molto basso. Questa volta Giulio stette alle richieste della signora e pagò lo specchietto. Gli fece notare che era un regalo per sua moglie e la signora replicò

"Giovanotto, si ricordi, anche se lei non ci crede, quello specchio è magico e sa tirar fuori cose belle. La leggenda dice che se ci si specchia alle ore 11 ed 11 precise, da esso esce fuori un entità che la seguirà ovunque e le darà consigli e le farà fare le scelte giuste."

"Ah, ah, ma non mi dica. Come la lampada di Aladino. Molto interessante, buona giornata"

Mentre se ne stava andando la signora lo richiamò

"Ma stia attento, se il suo animo è cattivo, dallo specchio uscirà un'entità malvagia che la porterà alla rovina!"

Giulio fece un cenno con la mano contrariato e si avviò verso l'ufficio. Salì al terzo piano ed entrò nella sua stanza, posizionò la sua borsa a terra e chiamò Adriana, la sua segretaria. Entrando nella stanza, la ragazza notò lo specchietto che gli piacque molto e chiese a Giulio dove l'avesse preso. Giulio con fare molto vago, raccontò che l'acquistò nella bancarella di sotto vicino al chioschetto. La ragazza rimase sorpresa perchè lei, quando arrivò in ufficio, non l'aveva notata. Allora Giulio fece affacciare la ragazza alla finestra indicandole la bancarella che si trovava di sotto. Ma cosa strana, non c'era più! Giulio rimase sorpreso e pensò se ne fosse andata, ma la ragazza aggiunse che non c'era mai stata. A quel punto Giulio fece notare che lo specchietto l'aveva acquistato proprio li. Adriana uscendo dalla stanza fece notare a Giulio la targhetta che era attaccata nella parte inferiore dello specchietto e nella quale c'era il nome del negozio, dove presumibilmente aveva acquistato l'oggetto. La targhetta diceva, "La Rinascente".

"Ma non è possibile, io questo specchietto l'ho acquistato nella bancarella di sotto e la targhetta prima non c'era"
"Capo, hai bisogno di un caffè, se vuoi te lo offro!"
"Va bene, arrivo tra un attimo!"
Giulio era sbalordito, non riusciva a spiegarsi quella cosa. E pensò, se davvero lo avesse acquistato in un negozio? Stava dimenticando le cose? Ma peggio ancora, soffriva di allucinazioni? Lui la bancarella l'aveva vista ed aveva anche parlato con la donna anziana. Detto questo andò a prendere il caffè e poi tornò nella sua stanza! L'attenzione gli tornò sullo specchietto, erano le 11 e 09 e si ricordò di quello che le disse la signora

-La leggenda dice che se ci si specchia alle ore 11 ed 11 precise, da esso esce fuori un entità che la seguirà ovunque e le darà consigli e le farà fare le scelte giuste.-

Così attese due minuti tra eccitamento e scetticismo, due minuti che sembravano un eternità. Alle 11 e 10 bussò la segretaria e Giulio gli disse che era impegnato e che doveva passare più tardi. 11 e 11, Giulio guardò lo specchietto per quasi 30 secondi. Non uscì nulla dallo specchietto e sorridendo con sarcasmo gettò lo specchietto sulla scrivania. Poi esclamò ad alta voce

"Ma che mi metto a fare, sono tutte superstizioni, io non credo a queste cose"
"Fai male a non credere a queste cose. Forse dovresti ricrederti"
Si girò ed in un angolo della stanza c'era una ragazza meravigliosamente bella, alta, magra, capelli neri, occhi verdi e luminosi, sensuale da morire. Rimase inchiodato sulla sedia poi trovò il coraggio di parlare.

"Chi, chi sei tu? Come sei entrata nel mio ufficio?"
"Sono Eveline e sei tu che mi hai chiamata. Hai guardato nello specchietto!"
"Cheeee? Ma che è una candid camera? COSA E' UNO SCHERZO?"

Urlò così forte che la segretaria entrò nella stanza

"Capo tutto ok?"
"Ok un paio di scatole, mi dici come è entrata questa ragazza?"
"Quale ragazza?"
"Quella non la vedi? Quella nell'angolo"
"Giulio ti sente bene? Forse lavori troppo, perchè non ti prende un giorno libero?"
"Mi prendi in giro? Non la vedi la ragazza?"
"Io non vedo niente, senti io torno di la e se hai bisogno di qualche cosa sono a tua disposizione! Ok?"
"Ook..va bene"

La porta si chiuse e Eveline si mise seduta sul tavolo di fronte a Giulio. Era la donna più bella che avesse visto

"Perchè la mia segretaria non ti ha visto?"
"Perchè ti posso vedere solo io"
"Sei un fantasma?"
"Sono un'entità multidimensionale e sono qui per te. Per esaudire ogni tuo desiderio"
"Ogni mio desiderio?"
"Si, tutti! Anche quello che stai pensando se vuoi!"
"Come fai a sapere cosa sto pensando?"
"Perchè sono di un altro mondo e sono una specie di fata...hai presente?"
"Si, si. Cosa devo fare?"
"Sei tu il capo, decidi tu! Cosa vuoi che faccia?"

Giulio sembrava eccitato e spaventato allo stesso momento, poi toccò il ginocchio di Eveline per assicurarsi che non fosse una visione

"Woooww, era questo il desiderio?"
"Se la mia segretaria non può vederti, perchè posso toccarti? Si insomma sei reale"
"Sono reale solo per te!"
"Reale quanto?"
"Quanto basta!!"

Eveline abbracciò Giulio e poi lo baciò in modo molto caloroso. Giulio era inebriato da quella presenza

"Così basta?"
"Beh come inizio niente male, magari il seguito è ancora meglio!"
"Per il resto dovrai attendere e non spingere troppo, altrimenti sarò costretta a tornare nello specchio!"
"No, no per carità, si faceva tanto per dire"
"Allora quale è il tuo più grande problema?"
"Il lavoro, l'azienda non va molto bene e sono un po in passivo"

Eveline si allontanò dalla scrivania e si diresse verso la foto della moglie di Giulio, la prese e poi si girò di scatto

"Forse dovresti tagliare il superfluo"
"Cosa vuoi dire?"
"Che per esempio la tua segretaria mi sembra del tutto inutile"
"Inutile?"
"Si certo, stai pagando una persona per portarti i caffè e per ascoltarti quando sei giù di morale. Posso bastare solo io per queste due cose. In più non devi pagarmi e poi se ti comporti bene, avrai anche degli extra!"

Eveline si avvicinò di nuovo a Giulio che ormai era quasi ipnotizzato dalla sua incredibile bellezza

"Dici che dovrei licenziarla?"
"Se vuoi risolvere i tuoi problemi economici si"
"Ne sei sicura? Pensi sia la cosa giusta?"
"Sono qui per risolvere i tuoi problemi!"
"E se poi mi fa vertenza?"
"La licenzi perchè sei in passivo. E poi lo sai che a nessuno interessano i problemi dei lavoratori. E poi metti un avvocato che potrebbe tirar fuori dei lati oscuri della tua segretaria. Capisci no?"

"Sarebbe un ricatto"
"Il fine giustifica i mezzi!"
"Già!"

Nei giorni a seguire Giulio chiamò Adriana per darle la triste notizia e la ragazza iniziò a piangere perchè mai si sarebbe aspettata una cosa simile. Giulio cercò di spiegare le ragioni del licenziamento, ma lei non volle saperne ed andò via minacciando Giulio che gli avrebbe fatto una vertenza e che la cosa non sarebbe finita li. Eveline era sempre con lui e non lo lasciava mai, poteva vederla solo lui, ma la cosa lo iniziava ad infastidire. Una volta le domandò se almeno quando era in casa con la moglie potesse "sparire", ma lei disse che lo avrebbe fatto solo quando sarebbe finito il suo compito. Il rapporto con la moglie Nicoletta si faceva sempre più freddo, Giulio era sempre più preso da Eveline, anche se era un sentimento contrastante.

Giulio faceva spesso tardi e rimaneva da solo n ufficio con Eveline, con la quale si intratteneva sempre di più. All’inizio ordinava la cena e se la faceva portare in ufficio che poi consumava con la ragazza. I due diventarono sempre più intimi, tanto da diventare una relazione extraconiugale.

Eveline entrò così tanto nella sua vita che iniziò a mettere in dubbio tante certezze di Giulio, molte amicizie gli sembravano ambigue e quindi iniziò ad allontanarsi da loro. Giulio era ormai del tutto nelle mani di Eveline, che senza che lui se ne accorgesse, iniziò a fare intorno a lui terra bruciata. Si stava allontanando da tutto e tutti e viveva solo per assecondare Eveline che si trasformò molto lentamente da fata a strega.
Non riusciva più a liberarsi di lei. Giulio si sentiva oppresso, stava perdendo tutto, amici, dipendenti ed i lavoro era diminuito. Eveline aveva consigliato di licenziare altri due dipendenti e l'azienda andò in crisi. Era sopraffatto da debiti e chiamato in causa da tre vertenze. La moglie Nicoletta iniziò a dubitare di lui ed una sera mentre Giulio era sotto la doccia, scrutò nel suo telefono e trovò una foto di Eveline. Nicoletta gli fece una scenata e lui non riusciva a capire come Eveline potesse aver fatto una cosa simile. Giulio in preda a sconforto picchiò Nicoletta e poi andò via di casa. Ormai Giulio era in preda ad uno schock mentre Eveline sembrava compiacersi. Era sera tardi e Giulio andò in ufficio per distruggere lo specchietto e liberarsi di Eveline.

"Perchè??? Perchè hai fatto tutto questo?"
"Sei tu che l'hai voluto. Avresti fatto bene ad ascoltare il consiglio della signora anziana ricordi?"

"Ma stia attento, se il suo animo è cattivo, dallo specchio uscirà un'entità malvagia che la porterà alla rovina!"

Allora Giulio iniziò ad inveire contro Eveline, poi in preda ad ira iniziò a devastare l'ufficio, infine prese lo specchietto e lo ruppe! Eveline sparì e lui si sentì finalmente libero, ma nel tentativo di evitare i pezzi del vetro, urtò contro un armadio del suo ufficio, la finestra era aperta e cadde nel vuoto. Un volo di tre piani. La gente accorse in suo aiuto, ma non c'era più nulla da fare. Nella sua mano rimase un pezzo dello specchietto nel quale si intravedeva la faccia di Eveline!

Poesie

  • 1988/1997 - Poesie esistenziali
    • La sera
    • A Santa Teresa di Gallura
    • Natura
    • A zio Giovanni
    • Il muro
    • La morte
    • Il dolore
    • L’amore
    • Solitudine
    • Il deserto
    • Il cane solitario
    • Una dolce nevicata
    • Pioggia di maggio
    • Il buio della notte
    • La campagna
    • Io
    • La mia anima
    • A Patrizia
    • La notte
  • 2002 - Caro nonno
  • 2010 - A liliana
  • 2013 - Lo spirito del Natale

Saggi

  • 2011 - L'aldilà
  • 2015 - Sogni e aldilà
  • 2015 - Pensiero filosofico dedicato a mio suocero Leandro

Racconti

  • 1986 - L'allucinante storia del dottor Taylor
  • 1988/1989 - Lo strano mondo (incompiuto)
  • 2009 - Il messaggio
  • 2009 - Il viaggio impossibile
  • 2016 - Le dodici stagioni                         
  • 2016 - Lo specchio

Profezie

  • 2012 - Gli ultimi tempi                             

Un pò di me

“I ricordi della vita rimangono per sempre impressi nella mente ma solo con il cuore si possono rivivere ! Ogni gesto...ogni parola ed emozione non sono mai a caso, ma servono per realizzare un mosaico infinito. A volte basta riviverne un piccolo frammento per intravedere l'immensità dell'eternità!"