Micropaleontologia e icnopaleontologia

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Micropaleontologia e icnopaleontologia

Messaggioda Uranium » 26/12/2016, 15:28

Ciao a tutti!
Quando si parla di paleontologia il pensiero corre immediatamente alle ossa di dinosauro, ai pesci fossili, alle ammoniti...Certo, ma esiste molto di più di quanto non si pensi. Per esempio, se asportate un blocco d'argilla da un calanco o da una cava e lo osservate al microscopio ottico, molto probabilmente noterete una quantità di piccolissimi gusci di forma variabile e perfetti nella loro regolarità: si tratta di foraminiferi, ovvero di quei protozoi che furono fra i primissimi abitatori del nostro pianeta, essendo comparsi già prima del periodo Cambriano (500-600 milioni di anni fa), e che da allora continuano imperterriti a popolare le acque del nostro pianeta.
Del loro studio si occupa la micropaleontologia, ovvero quella branca della paleontologia che prende in esame i resti fossili di organismi invisibili ad occhio nudo o quasi. Anni fa mi divertivo, nel tempo libero, ad isolare con tanta pazienza dalla matrice quei piccolissimi resti (si parla di conchigliette di 0.2-0.3 mm di diametro) utilizzando uno stuzzicadenti: sfruttando l'elettricità statica, li "pescavo" dalla massa argillosa e li riponevo in un piccolo contenitore. Non mi bastarono due anni per riempire una scatoletta di pochi centimetri...Una occupazione simpatica e un po' pazza, sicuramente, peraltro non priva di rischi: una volta, non mi accorsi che nel blocco di terreno che avevo portato nello studio c'era anche un formicaio...Quegli insetti così laboriosi ma anche un po' fetenti non erano fuoriusciti dalla tana già mentre io, ignaro, infilavo il blocco d'argilla dentro un sacchetto di plastica, ma aspettarono, per farlo, che io avessi portato il tutto in casa...Lascio a voi immaginare il seguito. :shock:
Un altro interessantissimo studio che si può fare delle rocce sedimentarie è quello di pertinenza della icnopaleontologia (dal greco ichnos= traccia), ovvero lo studio non già dell'organismo fossile vero e proprio, ma soltanto delle sue tracce di passaggio, o di alimentazione, ecc.
Sembra difficile a credersi, ma si può dire non esista strato roccioso di origine sedimentaria che ne sia privo: possono essere presenti tracce di moto ondoso (i cosiddetti ripple marks) rimaste immortalate dal tempo in cui la roccia non era che sabbia, oppure gocce di pioggia e addirittura tracce di spostamento lasciate da insetti e molluschi. Se vi trovate sul greto di un torrente, potete provare a spaccare un masso: vi troverete facilmente dei segni scuri ramificati e sottili che sembrano ramoscelli fossili di piccole piante. Ebbene, niente di tutto questo: si tratta di tracce di spostamento di organismi limivori simili a vermi i quali, avanzando nel sedimento ancora molle, ne assorbirono i principi nutritivi; così facendo, lasciarono dietro di sè piccoli solchi che furono successivamente riempiti da nuovo sedimento, e che oggi appaiono più scuri della roccia che li ospita.
L'icnopaleontologia si occupa anche dello studio dei cosiddetti coproliti, ovvero gli...escrementi fossili. Un reperto sempre molto interessante, anche perchè ormai...non ci sono più odori e aspetti spiacevoli da temere!
Siate giusti più che buoni
Kempis

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Massimiliano
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Re: Micropaleontologia e icnopaleontologia

Messaggioda Massimiliano » 27/12/2016, 12:25

Ciao Roberto,

molto interessante, grazie per averlo condiviso! max_16

Max
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