Quando la sorte si prende gioco di noi

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Quando la sorte si prende gioco di noi

Messaggioda Uranium » 17/12/2016, 22:42

Buonasera a tutti!
Vi racconto un'altra simpatica storiella realmente accaduta che ha visto protagonisti, oltre a me, gli amici che frequentavo quando, ormai parecchi anni fa, ero associato alla sezione di Nonantola (MO) dell'Archeoclub d'Italia.
Il nostro compito principale in quanto associazione era, come si può intuire, esplorare terreni che presentassero evidenze archeologiche e, quando possibile, partecipare a scavi veri e propri in collaborazione con la Soprintendenza regionale.
Tutti noi, chi più chi meno, avevamo avuto il nostro momento di fortuna, di "gloria", in simili occasioni: tutti noi avevamo trovato qualcosa che fosse almeno interessante; tutti...meno uno: l'amico Gigi. Costui no, non aveva mai avuto la soddisfazione di raccogliere qualcosa che valesse la pena non già di conservare, ma anche soltanto di prendere in considerazione. Non che non ci mettesse impegno, nella ricerca, ma si sa come funziona la legge: se una cosa non ti deve succedere, non ti succederà, per quanti sforzi tu faccia e per quante suppliche tu rivolga agli Dei. Punto e basta.
Ebbene, una domenica d'autunno, approfittando dei lavori di aratura, uscimmo per una mezza giornata di ricerca; il nostro obbiettivo era un podere sul quale erano presenti i resti di una grossa villa romana dell'età imperiale, un sito importante che già nell' '800 era stato esplorato dal celebre archeologo modenese Arsenio Crespellani. Come di consueto, cominciammo quindi a camminare sulle zolle del campo arato disposti in linea orizzontale e distanziati di 20-30 metri l'uno dall'altro (è il cosiddetto field walking, che consente di esplorare accuratamente una vasta area con il minor dispendio di energie). Il terreno era cosparso, come quasi sempre in questi casi, di cocciame vario (ceramica, laterizi...), di numerose tessere musive (cioè resti di mosaici) e dell'immancabile ciarpame derivante dall'inciviltà umana: bottiglie di plastica, lattine vuote, rottami ferrosi...
Eravamo giunti quasi nel mezzo del podere quando un grido ci fece trasalire. Era Gigi, che aveva adocchiato e raccolto un oggetto e che si era messo a urlare di gioia: -Una moneta! Ho trovato una moneta, sembra d'argento! Ah! Ah! Ah! Lo sapevo che prima o poi anch'io avrei trovato qualcosa! Venite a vedere, c'è anche scritto sopra AUGUSTUS!!! Colti di sorpresa, ci guardammo in viso e ci avvicinammo a Gigi per vedere cosa diamine avesse trovato.
Si trattava di un oggetto grigiastro rotondo e piatto, di circa 12 mm di diametro, sul quale compariva in effetti (leggibile con una certa difficoltà a causa dell'ossidazione del metallo) il nome AUGUSTUS disposto lungo il bordo. Uno di noi, però, il più scettico ma anche il più dotato di esperienza, espresse immediatamente la sua opinione facendoci notare un particolare decisivo, e sentenziò (in dialetto): -Eh, no...No, no, no...Tanto per cominciare, questo non è argento, ma piombo; in secondo luogo, osservate le tre "U" di "AUGUSTUS": sono delle "U" vere e proprie, non delle "V" come in tutte le iscrizioni latine! Sai, Gigi, cos'è questo? E' un sigillo da insaccato, un piombino da salame: ce n'era uno uguale attaccato alla mortadella che ho mangiato due anni fa! Mi spiace, Gigi.... Per dimostrare che quanto affermava era vero, poi (non senza una punta di sadismo, il fetente), l'amico si mise a strofinare il bordo dell'oggetto mettendo in evidenza il piccolissimo foro che era servito ad appenderlo al salume. Gigi assunse un'espressione sconsolata impossibile a rendersi a parole...Resosi conto che la perizia era incontrovertibile e che la...moneta poteva avere al massimo qualche anno di età, il tapino si mise a sedere a terra con lo sguardo rivolto al suolo e con la testa fra le mani: l'incarnazione della desolazione, misero...Come non comprenderlo? Tu sei su un sito archeologico romano e trovi un oggetto con su scritto AUGUSTUS ma che non c'entra assolutamente nulla con l'archeologia...E' davvero troppo! max_18
Sghignazzando ma, in fondo, sinceramente mossi un po' a pietà, cercammo di consolarlo, ma Gigi, scuotendo il capo, non faceva che ripetere:
-Per favore, lasciatemi stare...Lasciatemi qui per un po', adesso mi passa. Andate avanti voi, vi raggiungo subito...
Quella giornata si concluse senza ritrovamenti rilevanti. Da allora, di tanto in tanto, quando vedevamo Gigi non potevamo fare a meno di pigliarlo un po' per i bassifondi: -Allora, Gigi, era buono il salame imperiale? al che, per tutta risposta, Gigi, con un ampio ed eloquente gesto, non mancava mai di spedirci (fra il serio e il faceto) là dove non sarebbe carino in questa sede specificare...
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Re: Quando la sorte si prende gioco di noi

Messaggioda Sunshine » 18/12/2016, 12:13

Roby, povero il tuo amico...e ci avrei messo tutte e due le mani sul fuoco che tu l'avresti consolato! Sei sensibilissimo... max_3 max_9

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